Andrea Rodighiero è professore ordinario di Lingua e Letteratura greca all’Università di Verona. Oltre a svariati saggi dedicati alla Grecia antica, ha pubblicato l’Edipo a Colono di Sofocle (1998, Premio Monselice per la traduzione letteraria 1999); nel 2000 ha tradotto l’Antigone di Jean Anouilh e pubblicato La parola, la morte, l’eroe. Aspetti di poetica sofoclea. Si è occupato di ricezione della cultura antica nella letteratura contemporanea, e ha co-curato nel 2004 Orfeo. Variazioni sul mito; nello stesso anno ha pubblicato le Trachinie di Sofocle. Del 2007 è Una serata a Colono. Fortuna del secondo Edipo. È del 2012 Generi lirico-corali nella produzione drammatica di Sofocle e del 2013 La tragedia greca (il Mulino). Ha pubblicato per Zanichelli, come autore e responsabile del progetto, Con parole alate. Autori, testi e contesti della letteratura greca. Dal 2021 è Socio Ordinario dell’Accademia Olimpica di Vicenza.
La cultura classica per chi non si arrende. Secondo un esperto di nuove tecnologie, i testi scolastici «sono morti, senza ancora saperlo» (Massimo Mantellini, Dieci splendidi oggetti morti, Einaudi 2020, p. 72). Fosse vero, la situazione sarebbe quella descritta dal Berni: «E come avvien quand’uno è riscaldato, / Che le ferite per allor non sente, / Così colui, del colpo non accorto, / Andava combattendo ed era morto». Invece, al momento, per la scuola si produono regolarmente molte opere nuove. “Con parole alate”, nuovo manuale della Zanichelli, rimette al centro epica, tragedia e filosofia. Interessanti anche le schede «Gli antichi dei moderni», che presentano rivisitazioni spesso inusuali di testi o temi antichi: così a ragionare sulle Sirene è una pagina di Kafka, e a documentare la presenza moderna di Erodoto non è l’ambiguo film Trecento, né una lettura di Kapuscinski, bensì una pagina di Gore Vidal. Non vengono scansate neppure le criticità: il contributo su Platone politico nella cultura del Novecento esplicita le complesse implicazioni del tema. Le scelte operate spiegano bene, a chi l’intende, il valore attribuito dagli autori alla formazione, e i motivi per cui andrebbe preservato lo studio del mondo classico. Il manuale si presenta come uno strumento di lavoro che ambisce alla maggiore completezza possibile, in termini di cultura e non di erudizione o nozione.
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